GIUSEPPE
DE GORI
DA CORENO
di
Giovanni Petrucci
Il
suo cognome era de Gori, che, come risulta dalle nostre ricerche, ricorre negli atti
documentari da cinque secoli or sono. Nella «prima numerazione di
Coreno dell'anno 1447»
infatti si leggono quattro persone portanti questo cognome, quali
capifamiglia: Ianne, Antonio, Rogeri e Cola de Gory Geronimo. Esso
continua poi a comparire nei Registri
baptizatorum e nei Registri
mortuorum dell'Archivio parrocchiale della chiesa dì Santa
Margherita
dal Cinquecento e ancora oggi negli atti dell'Ufficio di stato
civile di Coreno.
Tra le 528 vittime della
peste del 1656 ne figurano ventidue che portano il cognome de
Gori: Gennaro, Maria, Anna, Angelica, Maria, Leonardo, Antonio,
Apollonia, Clerico, Francesco, Catarina, Velardino, Biasio, Don
Sebastiano, Giacomo, Gennaro, Cesare, Anastasia, Nicola, Giovanni,
Urzela, Francisco. Le varianti de
Gorio e Gorio, che pure figurano nei documenti citati, non hanno
alcun peso, in quanto sono una pura semplificazione dell'originario de
Gori, come ancora oggi accade nelle comuni parlate locali.
Dai testi cìtati nelle note dunque risulta che i
de Gori vantavano origini antichissime
e prendevano parte attiva a tutte le vicende del paese.
Di sicuro Giuseppe de Gori nacque a Coreno Ausonio, allora in Terra
di Lavoro e adesso in provincia di Frosinone e diocesi di Gaeta;
apprese i prirni rudimenti del sapere in famiglia e poi si trasferì
nella capitale, dove completò gli studi e frequentò, seguendo la
sua indole, la scuola del Sanmartino. Visse sicuramente dal 1759 al 1832 circa nella città
partenopea, dove sposò Gertrude Tallarico.
Secondo Catello,
aveva operato a Napoli da prima del 1759 e siamo indotti a ritenere
che doveva già conoscere, anche se rozzamente, il mestiere di íntagliatore;
poteva avere in quel tempo all'incirca venti anni. Da queste
congetture deriva che nacque probabilmente intorno al 1740
Stando allo studio di Borrelli,
("Il decennio 1780‑1790
[del Cori] racchiude alte prove stilisfiche contemperanti libere
espressioni naturalisfiche e notevoli delicatezze di ascendenza
settecentesche ( ... ). A questa prima fase che ancora riflette la
forte plastica del Sanmartino, fa seguito quella elegante e
raffinata che sarà tipica del Nostro - scheda: “Giuseppe
Gori: notizie dal 1770 al
primo ventennio dell'Ottocento"); troviamo conferma di tale
data del 1740, in quanto
si comprende che la raffinatezza e la delicatezza nell'arte poteva
conseguirle solo dopo un lungo periodo di esercizio dell'arte
scultoria.
Le ricerche da noi effettuate presso l'Archivio storico della
parrocchia di Santa Margherita a Coreno Ausonio ci hanno consentito
di accertare che Giuseppe de Gori nacque a Coreno Ausonio il 10
ottobre 1739 da Antonio e da Lucrezia Parovano, fu battezzato lo stesso giorno
nella chiesa di Santa Margherita dall'arciprete don Fabiano De
Rugiero
e fu chiamato Giuseppe Antonio, per rinnovare i nomi dei nonni
paterno e materno.
E questa data concorda perfettamente con le argomentazioni di
Catello e di Borrelli citate.
Dalle
ricerche non risulta che si sia sposato a Coreno, né che vi sia
morto; si desume quindi che visse la sua vita a Napoli. Qui dimorò
in via Cristallini, nei pressi di Capodimonte, dove forse mise su
bottega. Fu per lo più modellatore di pastori.
- G. LA VALLE, Storia di
Corona, Formia 1984, p. 15.
- Registri dell'Archivio parrocchiale della chiesa di Santa
Margherita di Coreno Ausonio.
- G. LA VALLE, op. cit.,
p. 84: Li Vori parola
volgare, cioè Li Gori, indica
un caseggiato di Coreno.
- Ivi, p. 55 e sgg. Furono sindaci di Coreno nel 1607 Giovanni de Gori, nel 1610 Giovanni
de Gori, nel 1754 Cristoforo
de Gori e nel 1799 Antonio
de Gori. Antonio de Gori (1609‑1648)
comprò il diritto di sepoltura nella cappella del Carmine.
Dioniso de Gori fece costruire la cappella di Santa Croce. Un
certo Gentile de Gori fu a capo di una compagnia di Corenesi che
fra' Diavolo guidò contro i Francesi di Napoleone di stanza a
Roma. Da G. LA VALLE, Chiese
e Cappelle di Coreno, Cassino 1996
p. 21: la famiglia
de Gori vantava il diritto di patronato sulla cappella del
Rosario, in quanto «Giuliano de Gori, avo del sacerdote Alessio
de Gori per Nr. Pietro Lucarelli 23 ottobre 1612 istituì un
beneficio di duecento ducati»; p. 71-75: furono parroci di
Coreno i seguenti de Gori: don Tommaso nel 1649, don Sebastiano
nel 1656, don Biagio nel 1685, don Cristoforo nel 1719, don
Alessio nel 1745, don Giovanni fu Giuseppe e don Giovanni fu
Gironimo nel 1787, don Pietro nel 1792, don Tribuzio nel 1803.
- E. CATELLO, Sanmartino, Napoli
1988, p. 129: «Giuseppe Gori, nativo di Coreno (allora
appartenente alla Diocesi di Gaeta) si trasferisce prima del
1759 a Napoli, dove sposa Gertrude Tallarico: in questa città
il Gori lavorerà fino alla morte».
- Ivi,
p. 129.
- Ibidem.
- G. BORRELLI, Il presepe
napoletano, Napoli 1970, p. 94 e p. 214.
- Don Fabiano Rugiero S. T. D. di Coreno fu parroco della chiesa
di Santa Margherita dal 1727 al 1759.
- Abbiamo consultato presso l'Archivio parrocchiale della chiesa
di Santa Margherita in Coreno il Liber
baptizatorum ab anno 1708 ad
annum 1753 Corenarum e
il seguente fino all'anno 1760 e abbiamo trovato dalla pagina 88
del 1739 a quella del 1760 otto nati portanti il cognome de
Gorio (Giuseppe Antonio, Domenico Antonio, Rosa Antonella,
Gasparro Vincenzo, Antonio Francesco Saverio, Rosa Margherita,
Lucia e Rosa) e undici nati portanti il cognome de
Cori (Maria Giovanna, Giuseppe Antonio, Agata Stella, Donato
Nicola, Pietro Antonio, Stefano Domenico, Michelina Lucrezia,
Maria Teresa Geltruda, Dorotea, Tribuzio Francesco e Gentile
Giuseppe).
Atto
di battesimo di
Giuseppe Antonio De Gori
Anno
Domini millesimosepticentesimotrigesimonono, die decima quarta
octobris. Ego D. Fabianus de Rogiero Archipresbiter Ecclesiae
Parochialis S. Margheritae Coreni baptizavi infantem natum hora
octava ex Antonio de Gori quondam loseph et quondam Lucretia
Parovano et Ermenegilta Coreno quondam Antonio et quondam
Theothea Valente, coniugibus huius Parochiae, cui impositum est
nomen Ioseph Antonius. Patrini fuerunt Samuel Coreno et
Costantia Rugiero.
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