Messaggi cifrati per la nomina
dell’abate Diamare
Un flash nella burocrazia di inizio secolo scorso
di
Emilio Pistilli
Il nome Vito
Diamare a molti forse non dice nulla; ma se aggiungiamo che, nato a
Napoli il 13 aprile 1865, fu monaco fino all’estate 1909 e da allora
abate di Montecassino, ci rendiamo conto che stiamo parlando di un
personaggio celebre e molto amato dai Cassinati: parliamo, infatti,
dell’abate Gregorio Diamare.
È noto che egli ricevette la nomina a successore dell’abate Krug con
la bolla pontificia del 29 luglio 1909; in tale data, infatti,
risulta inserito nel novero dei successori di S. Benedetto.
Ma la procedura per la nomina ad abate di Montecassino è sempre
stata alquanto complessa, dal momento che la nomina comporta anche
l’assunzione del compito di Ordinario della diocesi e di
Sovrintendente del monumento nazionale di Montecassino: queste due
ultime qualifiche sono inevitabilmente soggette al placet
dell’autorità civile italiana.
Fu così anche per mons. Diamare, per il quale, ai suoi tempi, si
richiedeva il “Regio Exequatur” – una sorta di attestato di
gradimento – alla bolla pontificia da parte del Ministero di Grazia
e Giustizia e dei Culti del Regno.
Ma prima che l’exequatur venisse concesso si mise in moto la
macchina burocratica italiana per l’acquisizione di notizie, del
tutto riservate naturalmente, sulla persona designata all’importante
incarico, sulle sue doti morali ma soprattutto sulle sue idee
politiche: una schedatura vera e propria.
Ora, dall’Archivio di stato di Caserta riaffiorano frammenti del
macchinoso iter che portò alla definitiva elezione di Diamare1.
Il ministro dell’Interno interessò la Procura Generale d’Appello di
Napoli per l’acquisizione delle informazioni sul conto di Diamare;
di qui il 26 luglio 1909 partì un telegramma espresso riservato ed
urgente indirizzato al Prefetto della provincia di Terra di Lavoro,
nella cui giurisdizione ricadeva la diocesi di Montecassino: «Per
corrispondere ad una richiesta telegrafica del Ministero prego la S.
V. Ill.ma farmi conoscere, con cortese sollecitudine, quale sia
l’età ed il luogo di nascita di Monsignor Gregorio Diamare, che ha
fatto istanza per nomina ad Abate di Montecassino; quale opinione si
ha di lui nel pubblico in fatto di convincimenti e tendenze
politiche, e quale impressione produrrebbe sul Clero e nel pubblico
il riconoscimento civile della nomina del Diamare all’ufficio
suddetto.
Il Procuratore Generale Senatore del Regno Catalani».
La richiesta fu subito girata al sottoprefetto di Sora, competente
per territorio.
Trascorsero due giorni senza che il Catalani ricevesse risposta. Un
nuovo telegramma sollecitò le informazioni richieste: «Riferendomi
mio telegramma espresso ierlaltro pregola favorirmi in giornata
informazioni noto monsignore - Procuratore Generale - Catalani».
Lo stesso 28 luglio il Prefetto di Caserta si giustificò
telegraficamente: «Sono tuttora in attesa informazioni, che ho
subito richieste, a seguito telegramma espresso di V. S. Ill.ma del
26 corrente, e che spero poter fornire domani, avendole sollecitate
- Prefetto».
In effetti il sottoprefetto Dursi, era stato invitato dal
procuratore regio a fornire con urgenza informazioni riservatissime
sulla nomina del nuovo abate, ma prima di muoversi chiese al
prefetto, sempre telegraficamente, l’autorizzazione a recarsi a
Montecassino per acquisire le informazioni.
A tale richiesta, che ha del grottesco, nella stessa giornata del 28
rispose seccato il prefetto con un messaggio telegrafico in codice
cifrato, come si usava per le comunicazioni di carattere riservato:
«Prego dire delegato p. s. Cassino che fornisca subito informazioni
raccolte sul posto circa richiesta fattagli per nomina abate
Montecassino, non comprendendo necessità sua gita abazia, ove non
potrebbe che assumere notizie dai monaci interessati. Attendo da S.
V. in giornata risultati informazioni al riguardo, richiesta
telegramma espresso ieri - Prefetto».
Il giorno successivo il sottoprefetto Dursi da Sora finalmente fece
pervenire, sempre in codice cifrato, le notizie richieste:
«Monsignor Gregorio Diamare al secolo Diamare Vito nato Napoli 13
aprile 1865 si ha nel pubblico la più buona opinione in fatto di
convincimenti idee politiche improntate attuali esigenze tempi
moderni. Nel clero e pubblico poi riconoscimento civile nomina
Diamare produrrà ottima impressione - Sottoprefetto Dursi».
Al termine del serrato carteggio telegrafico finalmente il prefetto
il 29 luglio poté inviare le richieste informazioni al procuratore
generale della Corte d’Appello di Napoli con un telegramma espresso
che ripeteva pari pari il testo pervenutogli dal sottoprefetto.
Da questo momento la pratica seguì il normale iter presso gli uffici
del ministero di Grazia e Giustizia di Roma. Il 13 agosto un Regio
Decreto concesse il sospirato regio exequatur alla nomina di
Gregorio Diamare “salve le leggi dello Stato e le ragioni dei
terzi”; il 21 il ministro Macchiarelli ne diede notizia al prefetto
di Terra di Lavoro; questi il giorno successivo fece altrettanto col
sottoprefetto di Sora.
La comunicazione ufficiale, però, da parte della Procura Generale
del Re presso la Corte d’Appello di Napoli al prefetto di Caserta si
ebbe il 24 agosto: «Partecipo alla S. V. che in data 13 volgente
mese si è rilasciato decreto di regio Exequatur su la provisione
Pontificia con la quale al controscritto sacerdote fu conferita la
nomina di Abate Ordinario della Badia Nullius di Montecassino - il
Procuratore Generale».
A chiusura della vicenda burocratica leggiamo la lettera manoscritta
del neo abate al prefetto: «Soprintendenza del Monumento Nazionale
di Montecassino. N. 309 - 19 settembre 1909. Ho l’onore di
partecipare alla S. V. Ill.ma che con Decreto Reale del 13 Agosto
ultimo fu concesso il R. Exequatur alla Bolla Pontificia con la
quale venivo chiamato a succedere all’Ill.mo Abate Krug di f. m. nel
governo dell’Abbazia e Diocesi Nullius di Montecassino, e che con
decreto Ministeriale del 4 corrente fui nominato Sopraintendente a
questo Monumento Nazionale.
Nutro fiducia che la S. V. come ai miei predecessori vorrà essermi
largo di benevolenza, e mi è grato assicurarla dei miei sentimenti
di sincera e profonda stima e devozione - Gregorio Diamare O.S.B. -
Abate Ordinario e Sopraintendente al M. N.».
Il 20 settembre il prefetto rispose esprimendo il suo “vivo
compiacimento”; la presa di possesso ufficiale dell’alto incarico la
si fa decorrere dal 29 ottobre 1909.
Come è noto, Gregorio Diamare fu nominato vescovo di Costanza
d’Arabia il 12 marzo 1928; morì in S. Elia Fiumerapido il 6
settembre 1945, dopo aver dovuto assistere alla distruzione della
casa del padre del santo Benedetto. |